mercoledì 21 ottobre 2015

Que viene el Coco. Omaggio a Francisco Goya

La locandina della mostra


Nel 1792, quando era al culmine della sua carriera, noto e stimato pittore di corte, Francisco Goya fu colpito da una gravissima malattia che lo portò in fin di vita e dopo una difficile guarigione lo rese completamente sordo. Così, tutto a un tratto, la malattia cambiò la sua vita, prima dedita al piacere, al successo e alla mondanità, poi improvvisamente sprofondata nella tragedia e nell'isolamento.





Un dettaglio dell'allestimento presso Studio d'Arte 15 a Cesena


 La malattia riuscì persino a trasformare il suo carattere: da uomo gaudente, estroverso, brillante e disinvolto, amante del piacere, divenne solitario, costretto all'introspezione e la sua mente cominciò a popolarsi di pensieri cupi.


Un'altra veduta della mostra



Alcuni anni più tardi, dopo un soggiorno in Andalusia, a Sanlucar, nella villa della bella Duchessa d'Alba, luogo di delizie mondane per una frivola corte, Goya, dal suo mondo senza suoni, concepì un mondo senza colori, popolato da mostri e da fantasmi: le acqueforti dei Capricci.
Nate dal profondo della sua esistenza e dal senso tragico della realtà che andava scoprendo, i Capricci esplosero con la loro loro forza drammatica, quasi come una rivolta contro le vanità del mondo e le sue inutili e false apparenze.



Una delle opere esposte



Le 79 acqueforti dei Capricci segnarono l'inizio di una svolta: per la sua arte, che divenne anche una dichiarazione personale di impegno civile e di pietà umana; ma anche perchè divennero un punto di riferimento importante per la cultura visiva occidentale. I capricci di Goya rappresentano un'apertura inedita su un mondo oscuro, sui risvolti della psiche e sulle angosce più profonde, hanno avuto conseguenze di grandissima portata, divenendo un modello  per molti artisti e correnti successive al maestro spagnolo, fino ai nostri tempi.



Elenco delle opere esposte e dei commenti di Goya:

n. 3. Que viene el Coco (Ecco che arriva il fantasma)
"Funesto abuso della prima educazione far sì che un bambino abbia più timore diun fantasma che di suo padre e fargli temere quel che non esiste".

n.20 Yà van desplumados (Eccoli, se ne vanno spennati)
"Via se non hanno più piume ne verranno degli altri".

n. 36 Mala noche  (Mala notte)
"A questi inconvenienti si espongono le ragazze leggere che non vogliono restare a casa".
Mala noche, y parir hija, dice un proverbio spagnolo.

n. 38. Bravisimo! (Bravissimo!)
Allusione al primo ministro Godoy, che si piccava di essere appassionato di musica e chiamava a corte cattivi musicisti.

n.43.El sueno de la razon produce monstruos. (il sonno della ragione produce mostri).
"La fantasia senza ragione produce mostruosità; fantasia e ragione unite generano veri artisti e creano meraviglie". Il disegno preparatorio di questa tavola è datato 1797, pare che sia servito da frontespizio ad una seconda serie di Capricci, i Capricci fantastici.

n. 61. Volaverunt (Volarono)
E' qui rappresentata la duchessa d'Alba. Le streghe hanno facce di uomini, forse sono i ritratti di tre celebri toreri del tempo. 

n. 64 Buen Viage (Buon viaggio).
La tecnica di questa incisione è particolare, le figure sono ottenute raschiando con il brunitoio il fondo d'acquatinta.

n. 72 No te escaparàs (non sfuggirai).
Chi vuol farsi prendere, non sfuggirà davvero.

lunedì 19 ottobre 2015

Bando Residenza d'artista

Rad'Art propone il concorso Residenza d'artista

Per tutti gli interessati inseriamo di seguito i link per ulteriori approfondimenti:


Progetto Rad'Art | Associazione artéco


Comunicano l'apertura del Terzo Bando Rad'Art (BRA)
per la scelta di un artista cui sarà assegnata una borsa
per realizzare una residenza d'artista
presso La Chambre Blanche di Québec (CAN), nel 2016.

Per le informazioni sulla candidabilità, le modalità di partecipazione e per scaricare il bando,
visita questo link:
http://www.rad-art.org/residences/radart_r_1.htm

Segui l'evento su Facebook:
https://www.facebook.com/events/1514762038835892/

mercoledì 14 ottobre 2015

La via degli incontri

Veduta dell'ingresso della mostra. Sulla parete
le miniature di A. Cocchi del 2011, tecnica mista

La via degli incontri , organizzata in occasione della Giornata del Contemporaneo presso Studio d'Arte  15 a Cesena, è un'esposizione che raccoglie un corposo gruppo di miniature di Alessandra Cocchi realizzate tra il 2011 e il 2015.



Due vedute della mostra

Sebbene osservando lavori esposti si possono riscontrare alcune caratteristiche comuni, in realtà ogni gruppo di essi corrisponde a momenti creativi diversi e quindi a differenti necessità interiori.
Tutti, certamente, hanno formati molto piccoli, che vanno all'incirca dai quattro agli otto centimetri di lato: una scelta precisa in cui la piccola dimensione diventa la metafora di un "piccolo luogo", inteso come frammento di spazio o di tempo. Il campo quadrato in cui si giocano le composizioni racchiude ogni immagine in una situazione armonica, di equilibrio momentaneo.
Nella prima serie, del 2011, le miniature hanno dimensioni maggiori e sono realizzate con tecnica mista: collage, acrilico e acquerello. Le composizioni sono giocate sul bilanciamento dei contrasti tra i colori degli sfondi e quelli degli elementi pittorici, con effetti vivaci e luminosi. In ogni campo vivono alcune forme, viste sempre come se fossero "di passaggio", decentrate, in entrata o in uscita, a piccoli gruppi o solitarie. Forme organiche, rese compatte dal colore appaiono come entità più corpose, emozionali, "viventi"; forme geometriche, come spesso i piccoli quadrati, assumono un valore più rigoroso, astratto e spirituale, ma sono sempre connotate da un loro esistere.
Le linee segnano percorsi, indicano  vie, strade che possono essere associate ad un cammino, ad un passaggio, ad un fluire, ad un tratto di vita. Anch'esse hanno un colore e sono dotate di uno spessore e di un "carattere", che può essere più lineare o pieno di svolte, costante o mutevole. Presso queste "vie"  avvengono gli "incontri" tra le diverse entità pittoriche.

A. Cocchi. Miniature. 2012 Matita e tè.

La seconda serie, risalente all'estate 2012, è formata da miniature più piccole, realizzate a matita e dipinte con tè; in questo caso la linea leggera del disegno a matita svi sviluppa come la linea di un racconto, mentre i toni ambrati e trasparenti del tè alludono all'atmosfera calda e rarefatta della memoria. Nello snodarsi di ogni piccola storia, si intrecciano echi di personaggi, voci, emozioni e situazioni lontane.

La terza serie, del 2013, è un gruppo di piccoli dipinti realizzati a china e inchiostro di sambuco.  La linea di contorno nera e sottilissima traccia e le forme, descrive gli spazi e restituisce immagini più definite. Con pochi accenni, luoghi e situazioni assumono contorni più netti, il disegno diventa un tracciato mentale insieme libero e rigoroso. I toni grigi rinviano a suoni incolori, che rimbombano entro spazi vuoti.

A. Cocchi. Miniature. 2013. China e inchiostro di sambuco

L'ultima serie, del 2015, è composta da miniature realizzate a collage con carte colorate. In questi lavori domina la notte, come luogo del sogno, suggerita dal fondo nero, su cui si accendono, con colori vivaci, forme molto rigorose, geometriche, lineari.


A. Cocchi. Miniature. 2015. Collage.

 In questo caso le "storie" rappresentate assumono una pregnanza particolare e si definiscono con chiarezza, pur presentandosi come frammenti di qualcosa di più ampio che sembra continuare oltre ai limiti delle piccole composizioni. L'immaginazione diventa specchio del reale: a volte riflette situazioni concrete, che si fissano con la loro scia di emozioni, a volte le rovescia per sfuggire alla sua assurdità. Così è possibile che su un rigorosissimo paesaggio di campagna un pensiero voli via leggero come un cirro verde, o che qualcuno possa trovarsi a dover attraversare una foresta con piante altissime, oppure che all'improvviso ci appaia, velocissima, una volpe rossa.